sabato 5 luglio 2014

SCRITTURE DI ASSESTAMENTO E CHIUSURA

La competenza finanziaria delle entrate e delle uscite non coincide sempre con la competenza economica dei ricavi e dei costi, per cui a fine anno per calcolare il risultato economico d'esercizio è necessario effettuare le scritture di chiusura o “assestamento”.

Le scritture di assestamento si distinguono in:
Scritture di completamento: riguardano alcuni costi e ricavi interamente di competenza dell’esercizio in chiusura, ma che non sono ancora stati contabilizzati perché derivano da variazioni finanziarie liquidabili con certezza soltanto al termine dell’esercizio;
Scritture di integrazione: permettono l’imputazione all’esercizio in chiusura di componenti di reddito che, pur di competenza, non sono state rilevate, in quanto prive di manifestazione numeraria;
Scritture di rettifica: rilevano quote di costi o di ricavi che, pur avendo avuto manifestazione numeraria nel corso dell’esercizio, non sono di competenza e devono essere rinviate ai successivi esercizi;
Ammortamento: consente la ripartizione di un costo pluriennale in più esercizi, in base alla vita utile del fattore produttivo cui il costo si riferisce.
Dopo aver determinato la competenza dei ricavi e dei costi d'esercizio attraverso un processo di valutazione delle operazioni in corso e l'assestamento dei valori contabili, si redige una situazione contabile a sezioni divise composta da:
  • la situazione patrimoniale, che coincide con la sintesi dell'inventario analitico ed espone il patrimonio di funzionamento
  • la situazione economica, che esprime il risultato economico d'esercizio
Le scritture di completamento
Le scritture di completamento rilevano temporalmente ed economicamente operazioni di competenza dell'esercizio in precedenza non registrate. Le scritture di completamento riguardano la rilevazione di:
  • interessi maturati su conti correnti bancari e postali
  • stralcio dei crediti ritenuti inesigibili
  • interessi di mora nei confronti di clienti o fornitori
  • differenze nei valori in cassa (es. ammanchi)
Le scritture di integrazione
Le scritture di integrazione rilevano costi e ricavi o quote di costi e ricavi che avranno manifestazione finanziaria “futura”, ma che sono economicamente di competenza dell’esercizio che si chiude.

In queste scritture, i componenti di reddito sono misurati da variazioni nei valori finanziari “presunti” riguardanti:
 
  • crediti e debiti da liquidare
  • ratei attivi e passivi
  • fondi per rischi e oneri futuri
Le scritture di rettifica
Le scritture di rettifica stornano componenti di reddito già rilevati che non essendo di competenza dell'esercizio devono essere rinviati al futuro. Le scritture di rettifica riguardano la rilevazione di:
  • rimanenze di beni (merci, materiali di consumo...)
  • risconti attivi e passivi
Le scritture di ammortamento
I costi e i ricavi di competenza di più esercizi vengono rilevati, nel corso dell'esercizio, nei conti economici di reddito accesi ai costi e ai ricavi pluriennali. In sede di inventario d'esercizio, i conti accesi ai costi pluriennali vengono rettificati con le scritture di ammortamento.
L'ammortamento è un procedimento contabile mediante il quale si ripartiscono in più esercizi i costi pluriennali. Consiste nell’imputare all’esercizio quote di costi pluriennali, ottenendo in questo modo la partecipazione dei costi pluriennali al reddito d'esercizio.
Per procedere alla determinazione della quota di costo pluriennale di competenza dell'esercizio è necessario valutare i fattori produttivi pluriennali. Va innanzi tutto osservato che fabbricati, impianti, macchinari, automezzi, arredamento e così via hanno un valore che diminuisce nel tempo per effetto del deperimento fisico derivante dall'utilizzo del bene nel processo produttivo (senescenza), del superamento tecnologico, che risente anche dei cambiamenti della moda (obsolescenza) e del mancato adeguamento della capacità produttiva del bene alle variate dimensioni aziendali (inadeguatezza).
Il fenomeno del deprezzamento prende il nome di ammortamento e la diminuzione di valore riferita a un intervallo di tempo (generalmente annuale) prende il nome di quota di ammortamento.
Per calcolare la quota di ammortamento annua di un fattore pluriennale l'impresa deve conoscere:
  • il valore da ammortizzare: è dato dalla differenza tra il costo storico del fattore produttivo e il presunto valore di realizzo che l'impresa ritiene di poter ottenere al momento della sua sostituzione. I costi di impianto e le immobilizzazioni immateriali sono privi del valore di realizzo
  • la durata del processo di ammortamento: dipende dalla vita utile del fattore produttivo considerato, ossia dal periodo di tempo in cui si ritiene che il cespite sarà di utilità economica per l'impresa, tenuto conto dei fenomeni di obsolescenza, senescenza e inadeguatezza. In alcuni casi, la durata del processo di ammortamento è determinata per legge o per contratto
  • il criterio di ammortamento: stabilisce il modo in cui il valore da ammortizzare deve essere ripartito lungo la vita utile:
    • criteri matematici piani a quote costanti, piani a quote decrescenti, piani a quote variabili
    • criterio economico si basa sulla residua possibilità di utilizzo dei fattori produttivi pluriennali considerati; deve prevedere l'utilità che gli stessi saranno in grado di dare negli anni futuri
In contabilità generale si rileva in Dare di un conto economico di reddito acceso ai costi d'esercizio (Ammortamento costi di impianto, Ammortamento fabbricati...) la quota di ammortamento e in Avere di un conto economico di reddito acceso alle rettifiche dei costi pluriennali (Fondo ammortamento costi di impianto, Fondo ammortamento fabbricati...) il medesimo valore. 

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