lunedì 21 luglio 2014

Guida per capire la liquidità di un'azienda

Con la crisi che ha colpito tutti, è diventato di vitale importanza saper capire se un’azienda e sana, oppure no, dobbiamo cercare di capire se un’azienda ha problemi di liquidità e se riesce a far fronte ai suoi debiti a breve termine. Innanzitutto cerchiamo di capire cosa si intende per liquidità:
S’intende la capacità aziendale di far fronte in ogni momento alla richiesta di rimborso delle passività in essere, mantenendo una condizione di economicità della gestione nel lungo periodo . Più estesamente tale capacità deve peraltro essere riferita alla totalità delle obbligazioni sottoscritte nei confronti di terzi, sia in termini di rimborso di passività sia in relazione ad impegni assunti di concessione di credito.
La nozione di liquidità può essere assimilata al concetto di solvibilità, nel senso che la banca deve essere costantemente solvibile verso i terzi che possono a qualsiasi titolo vantare nei suoi confronti diritti e prestazioni monetarie. Tuttavia il concetto di solvibilità assume un’ampiezza maggiore di quello di liquidità.
Ci sono vari metodi,ma il metodo più comunemente usato consiste nel confrontare le attività correnti con le passività correnti.
    L'analisi finanziaria viene condotta mediante il calcolo di:
    • indici di liquidità (o di solvibilità)
      • indice di liquidità corrente o patrimonio circolante nettoPCN = (attivo circolante - passività a breve)
        ILC = (attivo circolante : passività a breve)
      • indice di liquidità immediata o margine di tesoreriaMT = (attivo circolante - rimanenze - passività a breve)
        ILI = (attivo circolante - rimanenze) : passività a breve

Da notare come nel indice di liquidità immediata o margine di tesoreria viene scorporata la parte riguardante il magazzino: questo perché non sempre, e non per tutte le aziende, è facile liquidare il magazzino; attenzione quindi!
Praticamente gli indicatori sopra riportati confrontano la parte azzura con quella rossa del grafico seguente .





Stato patrimoniale rielaborato


ATTIVO


PASSIVO


Attivo immobilizzato


Patrimonio netto


Immobilizzazioni

  • immateriali
  • materiali
  • finanziarie


Capitale proprio
Utile (perdita) di esercizio


Attivo circolante


Passività a medio - lungo termine


Rimanenze
Crediti
Disponibilità liquide
Ratei e risconti attivi


Debiti (scadenti oltre i 12 mesi)
TFR
Fondi rischi e oneri (a m/l termine)


Passività a breve termine


Debiti (scadenti entro i 12 mesi)
Fondi rischi e oneri (a breve termine)
Ratei e risconti passivi




Da notare come nel indice di liquidità immediata o margine di tesoreria viene scorporata la parte riguardante il magazzino: questo perché non sempre, e non per tutte le aziende, è facile liquidare il magazzino; attenzione quindi!
Praticamente gli indicatori sopra riportati confrontano la parte azzura con quella rossa del grafico seguente .

Per far si che i valori siano considerati ottimali per i due indici sono:
  • PCN: deve stare nel range 1.5 – 2.5;
  • ILI: deve essere maggiore di 1 ma inferiore a 2.
Naturalmente questi valori sono condizionati dal settore in cui l’azienda opera: molti settori sono più facilmente “liquidi” di altri. Basti pensare alle aziende di servizi IT rispetto ad aziende che operano nel campo industriale.
Per concludere direi che se Patrimonio circolre netto e Indice liquidità imediata sono sopra i livelli soglia allora non ci sono grossi problemi, se invece uno o più indicatori mostrano segni di fragilità, sarà necessario un approfondimento per riuscire a capire il perchè di questi problemi di liquidità e solvibilità.

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