sabato 26 luglio 2014

ESENZIONE CANONE RAI

 
C’è tempo fino a giovedì 31 luglio per richiedere l’esenzione dal pagamento del canone Rai. Per fruire dell’agevolazione, occorre aver compiuto 75 anni entro il termine di pagamento del canone, aver posseduto nell’anno precedente (insieme con il coniuge convivente) un reddito complessivo non superiore a 6.714 euro, non convivere con altre persone - diverse dal coniuge - titolari di reddito. La scadenza del 31 luglio riguarda tutti coloro che sono interessati a beneficiare dell’agevolazione a partire dal secondo semestre e che, prima di tale data, hanno maturato i requisiti (quando si fruisce dell’esenzione per la prima volta, la richiesta va presentata entro il 30 aprile). L’abolizione del canone per i non più giovanissimi è stata introdotta dalla Finanziaria 2008 (articolo 1, comma 132, della legge 244/2007). Le regole per poterne usufruire e per richiedere l’eventuale rimborso di quanto versato per gli anni 2008-2010, sono state chiarite dalla circolare 46/E del 2010. I requisiti devono essere riferiti ai redditi dell’anno precedente a quello per il quale si chiede l’esenzione. Confluiscono nel reddito rilevante ai fini della fruizione dell’agevolazione, oltre a quanto dichiarato con Unico (o con il 730) ovvero a quanto indicato nel Cud, anche i redditi soggetti a imposta sostitutiva o ritenuta a titolo d’imposta (ad esempio gli interessi sui depositi bancari e sui titoli di stato), le retribuzioni percepite da enti e organismi internazionali, da rappresentanze diplomatiche o consolari e dalla Santa sede o altri enti della Chiesa cattolica, e i redditi esteri non tassati in Italia; ne restano esclusi, invece, i redditi esenti (ad esempio le pensioni di guerra o di invalidità), i trattamenti di fine rapporto di lavoro e le relative anticipazioni, i redditi dell’abitazione principale e delle sue pertinenze e quelli soggetti a tassazione separata. Per le annualità successive, i contribuenti possono continuare a beneficiare dell’agevolazione senza procedere alla presentazione di nuove dichiarazioni. Ovviamente, se si perdono i requisiti (ad esempio, per superamento della soglia del reddito), il canone tornerà a essere dovuto e andrà versato spontaneamente. La dichiarazione sostitutiva, redatta su apposito modello disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, deve essere inviata con plico raccomandato, senza busta, all’Agenzia delle Entrate - Ufficio Torino 1 Sat - Sportello abbonamenti Tv - Casella postale 22 - 10121 – Torino, oppure, in alternativa, può essere consegnata a uno degli uffici territoriali delle Entrate.

giovedì 24 luglio 2014

NATURA DELLE IMPOSTE



Le Imposte sono prestazioni patrimoniali, laddove la volonta del soggetto non vi concorre (principio elaborato dalla dottrina tedesca). Accanto alle Imposte vi sono le TASSE, che comportano la richiesta di un determinato servizio. Con gli anni tale distinzione tra Imposte e Tasse si e affievolita;
e vi sono altre entrate (contributi, canoni..) laddove e difficile distinguere dove finisce il profilo dell’obbligatorieta e dove assume rilievo quello della libera scelta dei soggetti.
Altra distinzione si ha tra Imposte “personali”, che tengono in considerazione la condizione
personale del soggetto (es.: IRPEF) e Imposte “reali”, dove invece non ha alcun rilievo la condizione personale di ogni soggetto.
Nel caso dell’IRPEF il legislatore tiene in considerazione la situazione personale del soggetto con 2
meccanismi: deduzioni e detrazioni. Con le deduzioni si sottrae dal Reddito, con le detrazioni si
sottrae dall’Imposta.
Deduzioni:

si sottrae dal “reddito imponibile lordo”, per arrivare al “reddito netto”; le deduzioni coincidono gli oneri deducibili –previsti dall’art. 10 del T.U. delle Imposte Dirette –che sono le
spese che affronta ogni soggetto. L’elencazione operata dall’art. 10 e tassativa (ma le voci elencate
all’art 10 possono subire, anno per anno, delle modifiche), sono ad es. deducibili: le spese per
interessi sui mutui (in una certa percentuale), le spese per l’istr. Universitaria, le spese sanitarie,
ecc…
Detrazioni:

sono cifre fisse (a differenza delle deduzioni!), e sono riferibili alla condizione personale del soggetto: se e coniugato, se a figli a carico…
Con questi 2 strumenti si personalizza quindi l’Imposta, realizzando tuttavia una “discriminazione
quantitativa”.
Analizziamo la procedura:
1. si sommano i redditi delle singole categorie (e si ha il “reddito lordo”)
2. dal reddito lordo si sottraggono le spese (oneri deducibili) e si ottiene il “reddito netto”
3. sul reddito netto si calcola l’imposta lorda
4. dall’Imposta lorda si sottraggono le “detrazioni” e si ottiene “l’imposta netta”.
Alta distinzione di rilievo e quella tra

Imposte Dirette ed Imposte Indirette:
le Imposte Dirette esprimono direttamente la capacita contributiva del soggetto, e possono essere sul
reddito.. o sul patrimonio. Imposte Dirette sul reddito sono: l’IRPEF, l’IRES
Le Imposte Indirette sono invece imposte sui consumi (IVA) o sui trasferimenti (Imposta di Registro).

martedì 22 luglio 2014

DEVI RECUPERARE IL TFR?


  I dipendenti, in caso di fallimento del proprio datore di lavoro, potranno ottenere comunque il pagamento del T.F.R. maturato, attraverso una richiesta al Fondo di Garanzia presso l’Inps.
La sentenza della Cass. n. 15369/14 del 4.07.2014 stabilisce che non è sempre necessaria l’apertura di un fallimento per ottenere il T.F.R. dall’Inps. È anche p...ossibile presentare l’istanza quando il datore di lavoro è semplicemente insolvente e a condizione che il creditore (ossia il dipendente) abbia prima effettuato, invano, un tentativo di esecuzione forzata.
Lo spiraglio è stato chiarito dalla Suprema Corte la quale ha tenuto giustamente conto del fatto che non tutte le imprese possono fallire: e ciò perché la legge fissa dei requisiti di indebitamento e di dimensione che non sempre ricorrono. Così, per esempio, se il datore non supera un certo fatturato o una predeterminata esposizione debitoria, le istanze di fallimento vengono rigettate dal tribunale.
In tali casi, i dipendenti che non hanno ottenuto il pagamento del Trattamento di Fine Rapporto sono comunque tutelati, potendo fare richiesta di pagamento al Fondo di Garanzia presso l’Inps.
L' Art. 2, comma 5, l. n. 297/1982 (disciplina del trattamento di fine rapporto e norme in materia pensionistica) dispone la possibilità di pagamento del T.F.R. da parte dell’INPS qualora il datore di lavoro non soggetto a fallimento non adempia spontaneamente a tale pagamento, in caso di risoluzione del rapporto di lavoro, sempreché il lavoratore abbia infruttuosamente esperito l’esecuzione forzata per ottenere il credito.
Tale possibilità per il dipendente si apre tutte le volte in cui il datore di lavoro non sia assoggettato a fallimento, vuoi per le sue condizioni soggettive (assenza dei requisiti dimensionali per fallire), vuoi per ragioni ostative di carattere oggettivo (perché la mole di debiti non è sufficiente a far scattare la pronuncia di fallimento).
Si tratta di una interpretazione estensiva della legge, data anche alla luce di una direttiva dell’80 della Comunità Europea.
In definitiva – chiarisce la Corte di Cassa – se il datore di lavoro è assoggettabile al fallimento, ma in concreto non può essere dichiarato fallito per la esiguità del credito azionato o per l’assenza di requisiti soggettivi, il lavoratore può comunque ottenere le prestazioni del Fondo di garanzia costituito presso l’INPS a condizione che prima abbia tentato – in maniera infruttuosa – un pignoramento (e salvo che risultino in atti altre circostanze che dimostrino l’esistenza di altri beni aggredibili con l’esecuzione forzata).

lunedì 21 luglio 2014

La costituzione dell'azienda

La fase della costituzione
La fase di costituzione rappresenta il momento della nascita dell'attività d'impresa per iniziativa del soggetto aziendale. Tale fase è caratterizzata dalla presenza di numerosi problemi giuridico-burocratici. Inoltre il soggetto aziendale deve affrontare una lunga serie di problemi organizzativi.
Gli apporti iniziali
Il patrimonio di costituzione è il patrimonio netto esistente alla nascita dell'azienda, i cui elementi sono rappresentati dagli apporti effettuati dal proprietario (in caso di azienda individuale) o dai soci (in caso di azienda collettiva).
Gli apporti possono riguardare:
  • denaro, assegni bancari o circolari, disponibilità liquide fatte affluire sul c/c intestato all'azienda, valori bollati (marche da bollo, francobolli...) e altri valori (traveller's cheques, tickets...)
  • beni in natura:
    • apporti in natura disgiunti (beni tra loro non legati da vincoli di complementarietà economica, la cui funzionalità e il cui valore sono autonomi e autonomamente determinabili)
    • apporti in natura congiunti (conferimenti o acquisti di aziende già funzionanti o di rami aziendali, vale a dire di beni legati da rapporti di funzionalità e complementarietà, il cui utilizzo e la cui valutazione non possono prescindere dagli altri beni). Un'azienda già funzionante costituisce un complesso economico che dispone di un nome già noto sul mercato, di un'organizzazione già collaudata, di personale già addestrato ed esperto, di una clientela reale e potenziale, di rapporti commerciali già avviati con i fornitori e di altri vantaggi acquisiti, che sommati prendono il nome di avviamento. È altresì possibile che l'avviamento sia negativo, qualora le qualità che ne fanno parte siano negative per l'impresa in oggetto. L'avviamento, o meglio il suo valore, aumenta o diminuisce il valore complessivo dell'azienda rispetto a un'azienda identica ma di nuova costituzione, così come il valore complessivo dei beni che costituiscono l'azienda rispetto alla somma dei valori degli stessi beni singolarmente considerati
La costituzione di un'impresa comporta la redazione dell'inventario di costituzione e la valutazione degli elementi apportati. La valutazione di un bene sintetizza le caratteristiche qualitative e quantitative del bene stesso in un'espressione monetaria. È inoltre un processo soggettivo, poichè tempo, luogo, scopo e soggetto che effettua la valutazione influiscono sul valore attribuito al bene.
Nel redigere l'inventario di costituzione si applicano generalmente:
  • il criterio del valore nominale al denaro, ai fondi in c/c bancario o postale e ai debiti accollati all'azienda
  • il criterio del presunto valore di realizzo ai crediti ceduti all'azienda
  • il criterio del costo di riproduzione o di riacquisto alle merci, agli automezzi, ai fabbricati, ai terreni, agli impianti apportati...
  • il criterio della capitalizzazione del reddito a un complesso aziendale funzionante. Tale criterio è applicato anche per la valutazione delle rendite, di cui si calcola il valore attuale
L'inventario di costituzione mette in evidenza il patrimonio di costituzione, ossia l'insieme di beni e di elementi materiali e immateriali di cui dispone l'azienda all'inizio della propria attività. La determinazione del patrimonio di costituzione è:
  • obbligatoria (il patrimonio netto deve essere annotato nel libro degli inventari, di cui rappresenta la scrittura iniziale)
  • necessaria (rappresenta il dato di riferimento per calcolare l'utile o la perdita del primo anno di gestione)
  • significativa (evidenzia ai terzi il capitale proprio dell'azienda)
Dopo la redazione dell'inventario di costituzione, si avvia la tenuta della contabilità generale provvedendo a:
  • la scelta degli strumenti, dei supporti, delle procedure, delle risorse da adibire a questo aspetto dell'attività amministrativa
  • la numerazione progressiva delle pagine del libro giornale e del libro degli inventari prima della messa in uso
  • la predisposizione del piano dei conti
  • l'intestazione dei conti di mastro e degli eventuali sottoconti

Guida per capire la liquidità di un'azienda

Con la crisi che ha colpito tutti, è diventato di vitale importanza saper capire se un’azienda e sana, oppure no, dobbiamo cercare di capire se un’azienda ha problemi di liquidità e se riesce a far fronte ai suoi debiti a breve termine. Innanzitutto cerchiamo di capire cosa si intende per liquidità:
S’intende la capacità aziendale di far fronte in ogni momento alla richiesta di rimborso delle passività in essere, mantenendo una condizione di economicità della gestione nel lungo periodo . Più estesamente tale capacità deve peraltro essere riferita alla totalità delle obbligazioni sottoscritte nei confronti di terzi, sia in termini di rimborso di passività sia in relazione ad impegni assunti di concessione di credito.
La nozione di liquidità può essere assimilata al concetto di solvibilità, nel senso che la banca deve essere costantemente solvibile verso i terzi che possono a qualsiasi titolo vantare nei suoi confronti diritti e prestazioni monetarie. Tuttavia il concetto di solvibilità assume un’ampiezza maggiore di quello di liquidità.
Ci sono vari metodi,ma il metodo più comunemente usato consiste nel confrontare le attività correnti con le passività correnti.
    L'analisi finanziaria viene condotta mediante il calcolo di:
    • indici di liquidità (o di solvibilità)
      • indice di liquidità corrente o patrimonio circolante nettoPCN = (attivo circolante - passività a breve)
        ILC = (attivo circolante : passività a breve)
      • indice di liquidità immediata o margine di tesoreriaMT = (attivo circolante - rimanenze - passività a breve)
        ILI = (attivo circolante - rimanenze) : passività a breve

Da notare come nel indice di liquidità immediata o margine di tesoreria viene scorporata la parte riguardante il magazzino: questo perché non sempre, e non per tutte le aziende, è facile liquidare il magazzino; attenzione quindi!
Praticamente gli indicatori sopra riportati confrontano la parte azzura con quella rossa del grafico seguente .





Stato patrimoniale rielaborato


ATTIVO


PASSIVO


Attivo immobilizzato


Patrimonio netto


Immobilizzazioni

  • immateriali
  • materiali
  • finanziarie


Capitale proprio
Utile (perdita) di esercizio


Attivo circolante


Passività a medio - lungo termine


Rimanenze
Crediti
Disponibilità liquide
Ratei e risconti attivi


Debiti (scadenti oltre i 12 mesi)
TFR
Fondi rischi e oneri (a m/l termine)


Passività a breve termine


Debiti (scadenti entro i 12 mesi)
Fondi rischi e oneri (a breve termine)
Ratei e risconti passivi




Da notare come nel indice di liquidità immediata o margine di tesoreria viene scorporata la parte riguardante il magazzino: questo perché non sempre, e non per tutte le aziende, è facile liquidare il magazzino; attenzione quindi!
Praticamente gli indicatori sopra riportati confrontano la parte azzura con quella rossa del grafico seguente .

Per far si che i valori siano considerati ottimali per i due indici sono:
  • PCN: deve stare nel range 1.5 – 2.5;
  • ILI: deve essere maggiore di 1 ma inferiore a 2.
Naturalmente questi valori sono condizionati dal settore in cui l’azienda opera: molti settori sono più facilmente “liquidi” di altri. Basti pensare alle aziende di servizi IT rispetto ad aziende che operano nel campo industriale.
Per concludere direi che se Patrimonio circolre netto e Indice liquidità imediata sono sopra i livelli soglia allora non ci sono grossi problemi, se invece uno o più indicatori mostrano segni di fragilità, sarà necessario un approfondimento per riuscire a capire il perchè di questi problemi di liquidità e solvibilità.

Il decennio perduto per le finanze del calcio spagnolo


Il decennio perduto per le finanze del calcio spagnolo
Il 2000 è iniziato con i più alti tassi di crescita economica che è cresciuta la maggior parte dei settori del paese prima di brusco calo dalla metà del 2008. Anche il calcio ha giovato da questa  crescita e i ricavi delle squadre sono aumentati del 151%. Ma questa crescita non ha portato a un rafforzamento del calcio spagnolo che ha visto la sua situazione peggiorare drammaticamente.
La causa è la stessa di quella di molti altri settori nel paese Spagnolo,l’indebitamento,che mentre nei primi anni 2000 cresceva di pari passo con i ricavi, ma dal 2003 in poi è cominciato a crescere solo l’indebitamento.

È stato criticato, giustamente, l’elevate quantità di denaro che il calcio spagnolo dovrebbe alle casse pubbliche, come per esempio soldi dovuti all’istituto di Previdenza Sociale. Alla fine della stagione 2011 i debiti delle squadre della liga spagnola erano di 482.000.000 €, 435% in più rispetto all’inizio del decennio iniziato.
Con la crisi economica, gli investitori privati ​​non erano più disposti a finanziare il debito dei club Spagnoli.Cosi facendo è stato ridotto l'importo erogato per il mondo del calcio e di come non avrebbero potuto più soddisfare tali quantitativi di denaro, l'unico modo per mantenere il debito era dì ricorrere alla pubblica amministrazione.

L'ingresso delle squadre di calcio nella contrattazione dei diritti televisivi, ha portato un incremento del 232% d’introiti nel decennio, anche se questo è avvenuto in modo non uniforme. Questa crescita spettacolare non ha comunque avuto un importante rilievo nei ricavi, inizialmente i ricavi pubblicitari sono saliti del 393% per poi passare al 24% dei ricavi totali.

Il fallimento del calcio spagnolo non è stato solo nel gestire le proprie finanze che negli ultimi dieci anni ha avuto  una crescita insostenibile del debito, ma che ha continuato ad avere perdite.          Le squadre di Prima Divisione hanno perso € 599.000.000 ottenuti in un decennio in cui ha avuto i maggiori ricavi della sua storia. Se le squadre hanno visto i loro ricavi aumentare del 151%,ma che sono serviti a sostenere i maggiori costi del personale che sono saliti del 166% dall'inizio del decennio.

venerdì 18 luglio 2014

Tutti i record di Adidas nei Mondiali 2014


La finale di Brasile 2014 tra Germania e Argentina è stato un trionfo della società tedesca Adidas fornitrice tecnica di entrambe le nazionali
Ma l’azienda di Herzogeaurach ha numerose altre ragione per sorridere dopo i Mondiali
1. Dopo la vittoria tedesca, le maglie dei neo campioni del mondo sono state vendute sul sito Adidas per € 84,95 .In poche ore erano andati svuotati tutti i magazzini
2. Adidas ha realizzato 1,4 miliardi di sterline da merchandising lo scorso anno. Questa rappresenta una cifra superiore a quanto il Foreign Office britannico spende per le ambasciate, gli Stati Uniti spendono su un bombardiere Stealth e tutti i turisti cinesi spenderanno in Gran Bretagna nel 2017.
3. Gli scarpini Adidas hanno dominato il mondiale,il modello f50 della società tedesca è stata la scrpa che segnato più marcature nella rassegna con 46 gol.
4 Non contento di essere sponsor ufficiale della Coppa del Mondo 2014, Adidas ha anche sponsorizzato entrambe le squadre finaliste - così come la Colombia, che ha vinto il premio Fair Play della FIFA.
5. Adidas ha inoltre sponsorizzato Lionel Messi, che ha vinto il Pallone d’Oro,come miglior giocatore della manifestazione mondiale (premio sponsorizzato da Adidas).
6. Ed il portiere tedesco Manuel Neuer, che ha vinto il (Adidas sponsorizzato) Golden Glove.
7 E. Colombiano James Rodriguez, che ha vinto la Scarpa d’Oro (sponsorizzato da … indovinate chi?).
8. Nella top Team della FIFA del torneo comprendeva 8 giocatori sponsorizzati Adidas
9. I video Adidas pubblicati durante la Coppa del Mondo sono stati visti per 38m, il che rendono il marchio sportivo della manifestazione.
10. Il brand tedesco è stato quello nominato di più social media, con 1.59m conversazioni attraverso Twitter, Facebook, blog eTumblr. Il suo hashtag, # Allin, è stato il marchio hashtag più utilizzato su Twitter con 917.000 click
11. Ogni pallone dalla Coppa del Mondo dal 1970 ad oggi è stata fatta da Adidas.
12. La società ha negoziato con la FIFA per mantenere il suo contratto in corso, tra cui la progettazione delpallone ufficiale, fino all’anno 2030

 

giovedì 17 luglio 2014

NON RIESCI A PAGARE L'AFFITTO ?

Lo Stato corre in soccorso degli inquilini che non hanno i soldi per pagare l’affitto: è stato, infatti, appena pubblicato, sulla Gazz. Uff. n. 161 del 14 luglio 2014, il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che attua l’istituto della morosità incolpevole, istituto previsto da una legge del 2013.
In presenza di sei condizioni precise, stabilite dalla legge, il conduttore può chiedere l’intervento di un fondo statale (gestito dai Comuni) per poter adempiere ai propri impegni contrattuali con il padrone di casa. Questi casi sono:

1. licenziamento;
2. accordi aziendali o sindacali con consistente riduzione dell’orario di lavoro;
3. cassa integrazione (ordinaria o straordinaria) che comporti una notevole riduzione del reddito;
4. mancato rinnovo di contratti a termine o di lavoro atipici;
5. cessazione di attività libero-professionali o di imprese registrate, per causa di forza maggiore o perdita di avviamento in misura consistente;
6. malattia grave, infortunio o decesso di un componente del nucleo familiare che abbia comportato o la riduzione del reddito complessivo del nucleo medesimo o la necessità dell’impiego di parte notevole del reddito per fronteggiare rilevanti spese mediche e assistenziali.

Con il termine “morosità incolpevole” la legge, dunque, intende quella condizione di impossibilità sopravvenuta a pagare il canone di locazione, causata da una perdita o da una riduzione consistente della capacità reddituale del nucleo familiare.

I fondi a disposizione
La legge ha istituito un Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli che, per il 2014, avrà una disponibilità di 20 milioni di euro da ripartire, in proporzione al numero di provvedimenti di sfratto per morosità emessi, registrato dal Ministero degli interni al 31 dicembre 2012, per il 30% tra le regioni Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Campania e per il restante 70% tra tutte le regioni e le province autonome.

Le priorità
Gli enti locali provvederanno materialmente ad erogare l’aiuto finanziario per le famiglie in crisi locativa.

Quanto alla priorità nell’assegnazione dei benefici, saranno preferiti:

1. gli inquilini nei cui confronti sia stato emesso provvedimento di rilascio esecutivo per morosità incolpevole, che sottoscrivano con il proprietario dell’alloggio un nuovo contratto a canone concordato;

2. gli inquilini la cui ridotta capacità economica non consenta il versamento di un deposito cauzionale per stipulare un nuovo contratto di locazione. In tal caso il comune prevede le modalità per assicurare che il contributo sia versato contestualmente alla consegna dell’immobile;

3. gli inquilini, ai fini del ristoro, anche parziale, del proprietario dell’alloggio, che dimostrino la disponibilità di quest’ultimo a consentire il differimento dell’esecuzione del provvedimento di rilascio dell’immobile.
È previsto un tetto massimo: il contributo concedibile non potrà superare la somma di 8.000 euro.


mercoledì 16 luglio 2014

Juve, revenues are not growing, the debt yes, and Conte greets.

Juve, revenues are not growing, the debt yes, and Conte greets.
In the first 9 months of 2013/2014 accounts Juventus represent an important signal to see if the club Juventus, will have the financial strength to set up a team for next season able to withstand the competition of the top European clubs in the edition 2014 / 2015 of the Champions League.
This is the question that people are asking these days all the fans of Juventus, but especially if the coach puts Antonio Conte.
But the club chaired by Andrea Agnelli , the light that will generate revenue in the year in course, but especially in those to come, is financially able to support a campaign purchases can satisfy Conte and not to further burden the budget? The question is not rhetorical, since, beyond the proclamations of its leadership, in past seasons (2011/2012 and 2012/2013) Juventus has accumulated more than 60 million red, burning in fact more than half of the 120 million injected into the coffers of the social in the fall of 2011 by Exor family Agnelli-Elkann and the market, and that for the current year, the directors expect a loss higher than the previous year (23.4 million seconds to estimates by the Bank Imi spread in April).
revenues, due to the elimination in the group stage of the Champions League and in small part, due to the exit from the Europa League has only increased by 2.5% to 229.2 million, while operating costs are increased by 9.5% to € 171.6 million, mainly due to the increase in the cost of club members rose to 16.4 million in 9 months.
This without considering other costs, which assume they are in line with those of 2012/2013 and the depreciation of the registration rights of the players, which we assume in this case also in line with those of last season (9 months were 43.7 million in the same period as of 2012/2013.) So for this year's accounts Juventus close in red, now it's up to the administrators with the daunting task of accontenttare Conte, and how? First hypothesis revenue from sponsors and TV, but at least for analyzing in detail This year will not bring new revenues, increases tied to the offer made ​​by Mediaset , there will be only from 2015/2016) and that the new technical sponsorship contract with Adidas , richer than the current one with Nike , will lead the first fruits only between seasons. then There is a hypothesis that is not well seen by the fans and maybe even from Mr. Conte, ie the transfer of a top player and at this moment in team apettibili there are at least 3, Marchisio, Vidal and Pogba, with their sale, the club hopes to reschedule the budget and create funds for a major purchase at least ..... I was too pessimistic?? Want to have your say? Leave a comment, and if you liked this article using the social buttons to give visibility to Article

Juve, i ricavi non crescono, il debito sì,e Conte saluta.

Nei primi 9 mesi dell’esercizio 2013/2014 i conti della Juventus rappresentano un segnale importante per capire se il club bianconero,avrà la forza finanziaria per allestire una squadra per la prossima stagione capace di reggere la competizione dei top club europei nell’edizione 2014/2015 della Champions League.
Questo è la domanda che si stanno ponendo in questi giorni tutti i tifosi della Juventus,ma sopratutto se la pone mister Antonio Conte.
Ma il club presieduto da Andrea Agnelli, alla luce dei ricavi che genererà nell’esercizio in corso, ma soprattutto in quelli a venire, è finanziariamente in grado di sostenere una campagna acquisti in grado di accontentare Conte e di non appesantire ulteriormente il bilancio? La domanda non è retorica, visto che, al di là dei proclami della sua dirigenza, nelle stagioni passate (2011/2012 e 2012/2013) la Juve ha accumulato un rosso superiore ai 60 milioni, bruciando di fatto più della metà dei 120 milioni iniettati nelle casse sociali nell’autunno del 2011 dalla Exor della famiglia Elkann-Agnelli e dal mercato, e che per l’esercizio in corso gli amministratori si attendono una perdita superiore a quella del passato esercizio (23,4 milioni secondo le stime di Banca Imi diffuse in aprile).
I ricavi, a causa dell’eliminazione nella fase a gironi della Champions e in minima parte, per via dell’uscita dall’Europa League sono cresciuti solo del 2,5% a 229,2 milioni, mentre i costi operativi, sono invece aumentati del 9,5% attestandosi a 171,6 milioni, principalmente a causa dell’incremento del costo del personale tesserato, salito in 9 mesi di 16,4 milioni.
Questo senza considerare gli altri costi di gestione, che assumiamo siano in linea con quelli del 2012/2013 e gli ammortamenti dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, che assumiamo anche in questo caso in linea con quelli della stagione scorsa (nei 9 mesi sono stati di 43,7 milioni così come nello stesso periodo del 2012/2013).
Quindi anche per quest'anno i conti della Juventus chiuderanno in rosso,ora spetta agli amministratori l'arduo compito di accontenttare Conte,e come?
Prima ipotesi le entrate da sponsor e tv,ma analizzando nel dettaglio almeno per quest'anno non porteranno nuove entrate,gli aumenti, legati all’offerta fatta da Mediaset, ci saranno solo a partire dal 2015/2016) e che il nuovo contratto di sponsorizzazione tecnica con Adidas, più ricco di quello attuale con Nike, porterà i primi frutti solo tra due stagioni.
Cè poi un ipotesi che non è ben vista dai tifosi e forse nemmeno dal mister Conte,ossia la cessione di un top player e in questo momento in squadra di apettibili c'è ne sono almeno 3,Marchisio,Vidal e Pogba,con la loro cessione il club spera di ripianare il bilancio e creare fondi per almeno un acquisto importante.....
Sono stato troppo pessimista???

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martedì 15 luglio 2014

Adidas e M.UTD che matrimonio!!!

Adidas e M.UTD che matrimonio!!!

Adidas entra prepotentemente nel calcio mercato mondiale,sono ben 94 milioni all'anno per pagare la sponzorizzazione tecnica del Manchester United.
Il produttore di abbigliamento sportivo tedesco ha spiazzato tutti effetuando questo acordo, che diventa un record per quanto riguarda la sponsorizzazione del calcio: Adidas pagherà almeno 750 milioni di sterline per il Manchester United nei prossimi 10 anni. Questo importo di 75 milioni di sterline all'anno (€ 94.000.000), è molto più grande di qualsiasi altro contratto analogo. Adidas, ad esempio, paga 56 milioni di euro all'anno al Chelsea, e 40 milioni l'anno al Real Madrid. Nike, diretto concorrente paga poco più di 30 milioni al Barcellona. Tutti questi contratti sono spesso soggetti a variabili che aumentano la quantità degli introiti.
L'accordo entrerà in vigore nella stagione 2015-2016, come annunciato dal club, così per il prossimo anno ancora sarà ancora Nike, il suo sponsor attuale. L'azienda statunitense finora pagato 30 milioni di euro all'anno al Manchester United,stando cosi le cose  il nuovo contratto sarà il triplo la sponsorizzazione precedente.
Il nuovo accordo ", sottolinea chiaramente la nostra leadership nel mondo del calcio e aiuta a rafforzare la nostra posizione ancora più nei mercati chiave di tutto il mondo", ha detto Herbert Hainer, CEO di Adidas, in una dichiarazione.
Nike ha rifiutato di corrispondere l'offerta di Adidas pur avendo la possibilità, dal momento che secondo la società statunitense non ha abbastanza valore per gli azionisti. Adidas prevede ricavi pari a 1.500 milioni di euro in 10 anni, grazie ad un accordo con il club inglese.
Manchester United è attualmente il terzo più importante istituzione sportiva nel mondo, con un valore stimato di 2.810 milioni di dollari, secondo Forbes, solo dietro a Real Madrid e Barcellona.

DEVI ASSUMERE UN LAVORATORE CON I VOUCHER INPS ?

ll datore di lavoro che assume e paga con buoni lavoro deve attivare i voucher dopo averli acquistati, ma prima che il lavoratore inizi la sua attività. A seconda di come ha effettuato l’acquisto dei buoni (uffici INPS, Poste, banche, tabaccai, via telematica), dovrà utilizzare una diversa procedura telematica: una per acquisti telematici o presso INPS e Poste, una per operazioni presso banche e tabaccai. In entrambi i casi si deve utilizzare una pagina dedicata del sito INPS: vediamo un breve vademecum per le aziende e i datori di lavoro alle prese con questo adempimento relativo al lavoro accessorio.
Dalla home page del sito INPS si compie il percorso come fare per >, utilizzare i buoni lavoro >, attivare i buoni lavoro e si clicca sul link di accesso alla procedura telematica. Altro percorso possibile dalla home: si clicca su servizi online, quindi su elenco di tutti i servizi > lavoro accessorio. In entrambi i casi si arriva alla pagina dedicata alla procedura telematica vera e propria, completa di manuali operativi.
Da qui è possibile accedere alla procedura telematica (ci vuole il PIN Online), effettuare l’attivazione dei voucher. Attraverso il sistema, il datore di lavoro può gestire i dati anagrafici, notificare l’inizio del rapporto di lavoro, dichiarare l’inizio attività per i voucher cartacei, cercare lavoratori registrati, avere consuntivi dei rapporti, effettuare pagamenti online, consultare l’estratto conto prestatori (elenco dei lavoratori di competenza). Ci sono poi analoghi servizi per consulenti, associazioni e delegati.
C’è poi un manuale dedicato per i datori di lavoro che acquistano i voucher presso i rivenditori autorizzati, tabaccai e banche. Dopo aver effettuato l’acquisto, il committente deve dichiarare la prestazione che sarà effettuata dal lavoratore, utilizzando i Servizi INPS Online, oppure chiamando il contact center o recandosi a uno sportello. La cosa importante da ricordare è che questa procedura va fatta prima dell’inizio dell’attività del lavoratore. La dichiarazione conterrà codice fiscale del datore di lavoro e del prestatore d’opera, data di inizio e fine della prestazione lavorativa, tipo di impresa, attività merceologica, luogo in cui si svolge la prestazione.
I voucher sono da 10 euro o multipli di 10 fino a un massimo di 500 euro. Il tabaccaio gli stampa nel momento in cui vengono chiesti dal committente: è possibile acquistare più voucher per un massimo di 1500 euro. Attenzione: la sopra descritta procedura di dichiarazione della prestazione, che va fatta entro e non oltre il primo giorno di lavoro, è necessaria per poter pagare il voucher: significa che se il datore di lavoro non effettua tutto correttamente, il lavoratore non riuscirà a incassare il corrispettivo del buono.

lunedì 14 luglio 2014

Il Marketing

1 – La gestione delle vendite

(attività volta a soddisfare la domanda del mercato facendo giungere al consumatore i propri beni o servizi)
Scopo dell’azienda è sempre massimizzare il reddito, ma ci sono diversi approcci: (è anche una evoluzione storica)
- Aziende orientate al prodotto: puntano a massimizzare il volume di produzione e vendita per ridurre il costo unitario di produzione tramite economie di scala
- Aziende orientate al marketing: si puntano a conquistare il mercato soddisfacendo i bisogni del consumatore
- Aziende orientate al marketing relazionale: si punta alla fidelizzazione del consumatore (store loyalty, brand loyalty)

2 – Il marketing

(insieme di attività, volte a creare una propria immagine, che permetta di vendere beni e servizi, che soddisfino bisogni e desideri dei clienti, e li rendano fedeli)
L’attività di Marketing decide: cosa, a chi, come vendere
- il mark. strategico definisce gli obiettivi di medio/lungo termine
- il mark. operativo definisce gli obiettivi di breve termine
3 – Il sistema informativo di Marketing

Raccoglie tutte le informazioni necessarie effettuando:

A – analisi del macro-ambiente (l’intero mercato, l’intera società) analizzando variabili:
- demografiche
- economiche
- sociali
- normative
B – analisi del micro-ambiente (il particolare settore di mercato) analizzandolo dal punto di vista:
- della domanda
- della concorrenza
- dei canali di distribuzione
C – analisi del comportamento del consumatore,effettuando:
- ricerche qualitative
- ricerche quantitative
- segmentazione del mercato (geografica, sociologica, comportamentale, etc. )

4 – Il Piano di Marketing

A – In riferimento alle scelte strategiche di medio-lungo termine l’azienda può scegliere:

A1 - di operare sull’intero mercato, attuando un:

- mark. differenziato (il prodotto ha una forte differenziazione da quelli della concorrenza)
- mark. indifferenziato (il prodotto ha una scarsa differenziazione dalla concorrenza)

A2 - di operare in un solo segmento del mercato attuando un:

- mark. concentrato (segmentato il mercato, agisce su un unico segmento o su di una area geografica)
- mark. di nicchia (si rivolge ad un segmento numericamente molto ridotto e molto caratterizzato)
- mark. personalizzato (crea prodotti su ordinazione e su misura)
B – In riferimento alle scelte operative di breve termine:
- l’azienda definisce le “leve del marketing” da utilizzare per raggiungere gli obiettivi strategici
- definendo il marketing mix, che è formato da:
1 – prodotto (caratteristiche tecniche e qualitative del prodotto)
2 – prezzo (prezzo di vendita)
3 – comunicazione (modalità di pubblicità e promozione)
4 – distribuzione (canale di vendita)

5 – Il prodotto

1 – concetto di prodotto
- prodotto generico: in senso materiale, caratteristiche fisiche e tecniche del prodotto
- prodotto atteso: include anche tutti i beni e servizi accessori che ne aumentano l’utilità
- prodotto potenziale: include anche la possibilità di futuri impieghi
- prodotto utilità: funzione svolta, capacità di soddisfare un bisogno
2 – in riferimento alle abitudini di acquisto dei consumatori si distingue tra:


- prodotti grocery: beni di basso costo, di largo consumo, ed acquistati molto frequentemente senza una attenta analisi
- prodotti non grocery: beni di alto costo, acquistati saltuariamente e con una attenta analisi
3 – in riferimento alla produzione effettuata da una certa azienda definiamo:
- gamma (o assortimento): l’insieme di tutti i prodotti messi sul mercato da una stessa azienda
- linea: all’interno della gamma, l’insieme dei beni tra loro affini perché soddisfano lo stesso bisogno
- marca: il temine assume un significato diverso a seconda che comprenda:
- diversi prodotti appartenenti alla stessa linea (marca in senso stretto)
- diversi prodotti appartenenti a linee diverse (“marca ombrello”)

4 – il ciclo di vita del prodotto comprende:

- lancio: periodo in cui il prodotto deve conquistare la sua quota di mercato
- espansione e maturità : periodo di continuo incremento delle vendite
- saturazione: il prodotto ha raggiunto la sua massima diffusione possibile
- declino: il prodotto perde quote di mercato perché superato dalla concorrenza

6 – Il prezzo

1 – Dal punto di vista della possibilità, per l’azienda, di scegliere il prezzo di vendita distinguiamo tra:
- aziende price-maker: aziende in grado di scegliere il prezzo di vendita grazie ad una forte posizione nel mercato
- aziende price-taker: aziende costrette ad adeguarsi ai prezzi della concorrenza

2 – Definizione del prezzo di vendita (“pricing”)

- target pricing: il prezzo è deciso in base alla possibilità di spesa da parte del consumatore
- cost plus pricing: il prezzo è definito aggiungendo al costo primo (costo specifico di produzione) un certo ricarico sufficiente a coprire i costi comuni di produzione, amministrazione e vendita, e garantire un utile
- mark-on: ricarico % riferito al costo primo unitario
- mark-up: ricarico % riferito al ricavo di vendita

7 – La comunicazione

1 – La pubblicità è l’attività che mira ad incrementare le vendite tramite una comunicazione impersonale rivolta ai potenziali consumatori
- pubblicità di prodotto: mira a far conoscere uno specifico prodotto
- pubblicità istituzionale: mira a rafforzare l’immagine dell’azienda

2 – la promozione è l’attività che mira ad incrementare le vendite offrendo al consumatore, per un determinato periodo, una serie di vantaggi aggiuntivi
- brand promotion: attività promozionale che coinvolge tutti i prodotti dell’azienda
- store promotion: attività promozionale che coinvolge soltanto uno specifico punto vendita
- product promotion: attività promozionale che coinvolge uno specifico prodotto

.

8 – La distribuzione

1 – Per far giungere il suo prodotto al consumatore l’azienda deve scegliere un canale di distribuzione:
- canale lungo: produttore, grossista, dettagliante, consumatore
- canale corto: produttore, dettagliante, consumatore
- canale diretto: produttore, consumatore (propria rete di vendita, catalogo, porta a porta, internet)

2 – Scelto il canale di distribuzione, per massimizzare le vendite l’azienda deve ottenere la collaborazione dei punti vendita
- mentre il “consumer marketing”si rivolge ai consumatori
- il “trade marketing” si rivolge ai distributori (si interessa al rapporto tra l’azienda produttrice ed i punti vendita
Nell’ambito del trade marketing, il merchandising si interessa in particolare delle tecniche di comunicazione da attuare nei punti vendita (in collaborazione tra produttore e rivenditore) per massimizzare le vendite del prodotto

Il merchandising si interessa ad esempio del:

- Lay-out attrezzature: che studia la disposizione delle strutture fisiche del punto vendita per definire il percorso del cliente
- Lay-out merceologico: che studia la dislocazione dei diversi reparti merceologici all’interno del punto vendita
- Display: che studia la disposizione delle diverse marche e dei diversi prodotti all’interno del singolo reparto merceologico
3 – Le imprese commerciali coinvolte nella filiera del canale corto e lungo possono attuare diverse “formule distributive”
1 – aziende di vendita all’ingrosso, definite:
- grossisti interindustriali: se acquistano materie prime da aziende del settore primario o semilavorati da aziende industriali e li rivendono ad aziende industriali
- grossisti distributori: se acquistano prodotti finiti dalle aziende industriali e li rivendono ai dettaglianti
- grossisti tradizionali (ricevono ordinazioni dai dettaglianti)
- grossisti tramite il “cash and carry(supermercato riservato ai dettaglianti)
2 – aziende di vendita al dettaglio, definite:
- piccolo dettaglio tradizionale
- dettaglio associato: - unioni grossisti-dettaglianti
- gruppi di acquisto
- cooperative di acquisto
- franchising di produzione (es. Benetton, Mc Donald, Buffetti)
- franchising di distribuzione (es. Oviesse, Expert, Carrefour)
- franchising di servizi (es. agenzie di viaggio Giramondo)
- grande distribuzione (supermercati, ipermercati, hard discount, etc.)
- distribuzione automatica
3 – aziende di e-commerce: - B2B (business to business)
- B2C (business to consumer)

4 – Gli intermediari di commercio che possono essere coinvolti nel percorso di vendita sono:

- Rappresentante (dotato del potere di rappresentanza, promuove e conclude il contratto in nome e per conto dell’azienda)
- Agente di commercio (non ha la rappresentanza, i contratti vengono firmati dall’azienda)
- Commissionario (in base al contratto di commissione, agisce in nome proprio ma per conto del committente)
- Mediatore (mette in relazioni le parti per la conclusione del contratto, non è legato da rapporti di collaborazione con le parti)
- Procacciatore d’affari (occasionalmente promuove la conclusione di affari per conto di una o più imprese)

TERMINOLOGIA:

brand loyalty : fedeltà al marchio
store loyalty: fedeltà al punto vendita
benchmarking – attività di dettagliata analisi degli elementi di forza della concorrenza
prodotti civetta (prezzi civetta): prodotti venduti a basso prezzo per attirare all’acquisto di altri prodotti
ISO : Organizzazione internazionale che rilascia certificazioni di conformità a standard prestabiliti
IMQ: Istituto italiano per il Marchio di Qualità

CE: marcatura che, se applicata al prodotto, certifica il rispetto delle normative della Comunità Europea
Sgrammatura: riduzione del peso della confezione del prodotto a prezzo invariato
Canale diffusivo: canale di distribuzione che permette un continuo e rapido contatto con molti potenziali clienti

sabato 12 luglio 2014

L'AMMORTAMENTO



L'ammortamento è un operazione che permette di ripartire i costi dei beni
strumentali fra gli esercizi della vita utile. (per beni di propietà dell'azienda)

Per ripartire i costi bisogna sapere
- valore da mmortizzare
- durata ammortamento
- criterio di ripartizione 


Normativa aziendale
Si conasidera nel calcolo dell'ammortamento al netto del presunto

valore di realizzo



Ex.

Valore bene 30 Mil.
Valore di realizzo 6 Mil (Quando lo vendo alla fine dell'utilizzo)
Valore da ammortizzare 24 MilSi dovrebbe tenere conto del costo di rimpiazzo
Naturalmente il valore da ammortizzare è da suddividere nella durata economica con quote:



- COSTANTI ogni anno, la stessa quota
- CRESENTI con quote che crescono + passa il tempo perchè lo utilizzo + intensamente
- DECRESCENTI rapido superamento tecnologico con quote che decrescono + passa il tempo


Normativa civilistica
Gli ammortamenti sono calcolati in base al prudente apprezzamneto degli ammnistratori, tenendo conto della:
- Senescenza: perdita di valore del bene per effetto del suo utilizzo nel Processo Produttivo
- Obsolescenza: perdita valore bene per effetto del suo superamento tecnologico
L'ammortamento va calcolato su costostorico, anche negli esercizi nei quali i beni non
entrano nel processo produttivo
Normativa fiscale
Sono stabilite delle aliquote per i beni strumentali per i diversi settori. Sono aliquote fisse stabilite dal ministero delle finanze. Si ammortizza il costo storico, il costo di acquisto e produzione maggiorato dai costi accessori di acquisto.


Sono degli  ammortamenti fatti a partire dall'esercizio nel quale il bene entra nel Processo Produttivo


Classificazione degli ammortamenti fiscali

Ammortamento ordinario (aliquota piena)
E' quell'ammortamento che è ammesso in misura non superiore al coefficienti fissati dalla
normativa fiscale nel 1° anno l'ammortamento è ridotto alla metà.
 

Ammortamento ridotto
Quando l'azienda applica un ammortamento inferiore a quello ordinario non
inferiore alla metà dell'ordinario.



NB la differenza si recupera al termine del
perioodo di ammortamento 




Ammortamento insufficiente
Quando l'azienda applica un amm. inferiore all metà di quello ordinario. La differenza non si recupera a meno che non si dimostrino ragioni speciali.

Ammortamento intensivo acellerato
E' consentito che può essere superata la misura dell'ordinaria quando il bene è
utilizzato in misura superiore alla media del settore (raramente è riconosciuto)



Ammortamento anticipato (facoltativo)
Nell'esercizio in cui i beni entrano in funzone per la 1° volta e nei successivi 2
anni è possibile oltre all'ammortamento ordinaro aumentare gli ammortamenti per 1 quota non ulteriore a una volta il coefficiente ordinario naturalmente nel 1° anno l'aliquota è
ridotta all metà e quendi anche l'ammortamento anticipato non la supera.
E' un incentivo fiscale al loro più rapido rinnovo se sono soggetti ad obsolescenza per riuscire ad ammortizzali tutti ci vuole l'ammortamento anticipato se poi  è stato completamente amm viene ancora usato vi sono maggiori utili ma anche
maggiori imposte