domenica 29 giugno 2014

A cosa serve la contabilità generale?



Premessa: a cosa serve la contabilità generale?

Chi gestisce la contabilità generale di un’impresa lo fa perché alla fine di ogni anno di
gestione ha assoluto bisogno di conoscere due cose fondamentali relative alla sua impresa:

a) quanto vale l’impresa; b) se alla fine di un anno di attività c’è un utile o una perdita.
Per trovare una risposta alla prima domanda il nostro bravo contabile deve calcolare quanto
denaro c’è in cassa, quanto c’è in banca, se ci sono degli assegni da incassare, quanto valgono
i beni posseduti come fabbricati, merci in magazzino, automezzi, arredamento, quanti sono i
crediti da riscuotere cioè fatture e cambiali, ecc.. Deve cioè calcolare le cosiddette attività: i
beni di proprietà dell’impresa e quello che l’impresa deve avere (crediti). Poi deve calcolare
le passività: quello che l’impresa deve dare (i debiti: verso i fornitori, verso lo Stato per
l’IVA e le altre imposte da pagare, verso le banche es. mutui da pagare, verso gli istituti
previdenziali, eccetera, e le rettifiche delle attività). Quindi fa una semplice operazione: totale
attività (detto patrimonio lordo) meno totale passività e ottiene il cosiddetto patrimonio netto,
cioè quanto vale contabilmente l’impresa. (Il patrimonio netto è in realtà un valore composto
da diverse parti). Per mostrare e far capire a tutti i calcoli che ha fatto il nostro bravo contabile
usa un prospetto, detto Stato Patrimoniale, diviso in due sezioni: a sinistra elenca le attività
con a fianco il loro valore e quindi calcola l’attivo (il totale delle attività) e a destra elenca le
passività con a fianco il loro valore e quindi calcola il passivo (il totale delle passività) e
infine scrive il patrimonio netto. Con questo prospetto, che viene fatto regolarmente al 31/12
di ogni anno, si fotografa il patrimonio aziendale finale cioè viene mostrata la composizione
del patrimonio aziendale e si determina, si quantifica, il patrimonio netto finale cioè il valore
contabile dell’impresa alla fine di un anno di gestione.
Il nostro bravo contabile così risponde alla prima domanda (anche se in maniera ancora
approssimativa), ma per rispondere alla seconda domanda (qual è il reddito di esercizio,
ovvero il risultato economico di un anno di gestione è un utile o una perdita?) come fa?
Posto che l’utile o guadagno è dato dalla formula: ricavi – costi = utile (naturalmente se i
ricavi sono maggiori dei costi altrimenti c’è una perdita), il nostro contabile usa un prospetto
chiamato Conto Economico, dove a sinistra mette tutti i costi relativi all’anno trascorso (i
cosiddetti componenti negativi di reddito: costi di acquisto di merci, interessi passivi, spese
di luce, telefono, fitti passivi, imposte, retribuzioni del personale, ecc. ecc.), a destra mette
tutti i ricavi relativi allo stesso anno (i cosiddetti componenti positivi di reddito: ricavi per la
vendita di merci, interessi attivi, ecc. ecc.. ). Fatto questo, fa la differenza tra totale ricavi e
totale costi:applicca le norme fiscali e se il totale dei ricavi è maggiore del totale dei costi si ha un guadagno (detto utile
di esercizio ), viceversa si ha una perdita di esercizio
(non sempre si può vincere).
Quindi con questi due prospetti Stato Patrimoniale (S.P.) e Conto Economico (C.E.) il nostro
bravo contabile riesce a rispondere alle due domande chiave che si era posto all’inizio.



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